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Giulia racconta: “Una nuova chiesa, con passione”

Giulia, volontaria del gruppo Custodis, ci racconta di come è stata costruita, negli anni ’30, la chiesa nuova di Scanzo.

UNA CHIESA NUOVA, CON PASSIONE

L’occasione si presentò una mattina di primavera di cinque anni fa, quando nella cassetta della posta trovai un volantino che invitava ad un incontro tutti coloro che avevano voglia di scoprire meglio il territorio di Scanzorosciate.

Sono nata, cresciuta e tutt’ora vivo a in questo paese, ma fino ad allora non avevo mai avuto modo di conoscere bene il mio territorio. Colsi quindi questa opportunità.

Dopo incontri formativi e visite sul territorio con guide esperte, ci mettemmo in gioco facendo da accompagnatori durante la Festa del Moscato di Scanzo, spiegando e mostrando le bellezze del nostro paese. Che emozione ogni volta, ma che soddisfazione!

Oggi voglio raccontarvi la storia che si nasconde dietro la costruzione della Chiesa Nuova di Scanzo, frazione di Scanzorosciate.

La chiesa è dedicata ai SS. Pietro e Paolo. L’idea di costruire la nostra chiesa nuova venne a Don Giovanni Spinelli, parroco di Scanzo dal 1905 al 1932, in quanto la popolazione negli ultimi due secoli era notevolmente aumentata e la chiesa antica non era più sufficiente a contenere la comunità di Scanzo.

Ci sarebbe tantissimo da raccontare sulla storia dell’edificazione della nostra chiesa ma la parte più bella, che amo presentare durante le visite organizzate dal gruppo CustodiS, è quella che riguarda la passione e la dedizione che sono state dimostrate dall’intera comunità.

Don Giovanni Spinelli, durante il suo incarico sacerdotale a Scanzo, era riuscito a “raggranellare” una bella cifra che aveva depositato presso la curia di Bergamo. Purtroppo, Don Spinelli venne a mancare nel 1932; a lui successe Don Giuseppe Radici che fece sua l’idea di costruire la nuova chiesa. L’importo depositato, sommato al ricavo della vendita delle proprietà e dei beni personali lasciati da Don Spinelli allo scopo di acquistare il terreno e di costruire la nuova chiesa, non era però sufficiente.

È a questo punto che esplose la solidarietà della popolazione, ansiosa di avere una chiesa più grande. Quasi tutti si dichiararono disposti a contribuire nelle forme più varie e ingegnose. In un periodo storico in cui la povertà dilagava, dove l’unica fabbrica del paese, un’industria tessile, aveva chiuso lasciando a casa molte persone, la popolazione rispose invece con grande generosità. Ecco che allora, con un permesso speciale, il Genio Civile permise a giovani e anziani di contribuire ad estrarre sabbia e ghiaia dal fiume Serio, lavoro per lo più svolto nei giorni di sabato e domenica, con i contadini che con i loro carri trainati da cavalli o buoi, facevano la spola dalle rive del fiume con il prezioso carico. In paese, sotto la guida del curato don Armanni, si organizzarono lotterie, si raccolsero beni di ogni tipo: uova, frutta, ortaggi e articoli per la casa realizzati in stoffa dalle massaie, messi poi all’asta o venduti anche nei paesi limitrofi. Panettieri e salumieri misero a disposizione cibo e bevande per i volontari, mentre molti impiegati e operai cedettero una quota, settimanale o quindicinale, della propria retribuzione. Questo successe nonostante tutti stavano risentendo della recente crisi mondiale del ’29. Grazie all’aiuto della comunità unita, la chiesa venne così costruita in soli 3 anni!

Vorrei raccontarvi ancora tante cosa ma mi riservo di farlo quando verrete a conoscerci! Una cosa però mi sento di scriverla… Quando si vuole, e il cuore batte per una grande idea, i sacrifici non pesano.

W Scanzorosciate!