Scanzorosciate luogo di meditazione

STORIA e TERRITORIO
Scanzorosciate

Adagiato alla sinistra del fiume Serio, ormai allo sbocco nella pianura, Scanzorosciate dista solamente sette chilometri da Bergamo.

Più che un Comune, si configura quasi come un comprensorio amministrativo, tanti sono i nuclei abitati che ne fanno parte.

Innanzitutto Scanzo, sede municipale, delimitato ad ovest dalla roggia Borgogna; quindi, Rosciate, che si trova più ad est; poi, Negrone, Tribulina e Gavarno, che punteggiano la fascia collinare che si allunga ad oriente, famosa per la bellezza dei panorami che si aprono sull’intero comprensorio come in un lungo abbraccio.

Grande è il patrimonio artistico e architettonico di Scanzorosciate, che rimanda anche all’epoca romana.

Scanzo, infatti, fa derivare il suo nome dal gentilizio latino Scantius, diventato poi Scanze. Patrizia anche l’origine di Rosciate, anch’esso di origine romana: si suppone che provenga da Roscius, ossia dal nome di una gens romana, di cui è rimasto celebre soprattutto Quintus Roscius di Lavunio, famoso attore dei suoi tempi e amico intimo di Cicerone.

Anche nel Medioevo i nuclei che oggi vi si riferiscono erano al centro degli interessi storici: fortificazioni e castelli erano presenti sia a Scanzo che a Rosciate, a testimonianza delle funzioni militari dei due centri, situati in una posizione strategica, a guardia della città di Bergamo, nella sua porzione orientale. Qualificante la storia di Scanzorosciate anche sotto la dominazione della Repubblica Serenissima di Venezia, che significò un lungo periodo di pace e di prosperità.

San Pietro Apostolo di Scanzo
La vecchia parrocchiale di Scanzo di stile rococò risale al 1750 e fu costruita sulle preesistenti strutture che risalgono al decimo secolo su progetto di Gian Battista Canina; al suo interno sono presenti diversi dipinti preziosi e sculture, affreschi di Vincenzo e Angelo Orelli (fine Settecento). Rilevanti anche la statua fantoniana della Madonna del Rosario e una pala del Salmeggia.
Accanto sorge la nuova Parrocchiale, realizzata negli anni Trenta e progettata dall’architetto Fornoni.

Santa Maria Assunta di Rosciate (sec.XIX)
Chiesa ottocentesca con dipinti di G.B. Epis, M. Cesareo, G.P. Lavagna; tra le sculture ricordiamo la statua raffigurante il Cristo (XVIII sec.) e l’Addolorata della bottega dei Sanz.

San Pantaleone di Negrone (sec. XIII)
Ampliata nel secolo XV, la chiesa è stata recentemente restaurata negli anni 1979-1980: lavori che hanno ridato al complesso l’antico splendore; all’interno sono presenti dipinti del XVII secolo nonché opere di Francesco Zucco, dal Tapino (Annunciata del 1613) e del figlio di Francesco Salmeggia. Interessanti sei tele secentesche ispirate ai miracoli di San Pantaleone di autore ignoto. All’esterno sono belli da ammirare il portico e l’antica torre.

San Giovanni di San Giovanni nei boschi 
Antica chiesa del sec. XVI collocata alla Tribulina, collina di Scanzorosciate, è decorata con affreschi del ‘500; conserva al suo interno due preziose tele antiche: una Pietà del Cinquecento attribuita a Luca Cambiaso e una pala del Seicento (Madonna con Bambino e tre angioletti) di Carlo Ceresa.
Ampliata sul finire dell’Ottocento per anni funse da parrocchiale.

SS. Trinità di Gavarno Vescovado (sec.XIX)
La località è così chiamata perché un tempo era residenza estiva dei Vescovi di Bergamo. All’interno troviamo dipinti di A. Cifrondi. Nella cappella di famiglia del piccolo cimitero di Gavarno è stato sepolto uno dei più celebri direttori d’orchestra del nostro secolo, Victor de Sabata, deceduto nel dicembre 1967.
Cinque parrocchie per cinque chiese, tutte interessanti sotto l’aspetto culturale ed artistico. A Scanzo, per esempio, la vecchia parrocchiale custodisce affreschi secenteschi attribuiti a Giuseppe e Vincenzo Angelo Orelli, una statua lignea del Fantoni e una bella pala del Talpino. Nella nuova parrocchiale, invece, costruita negli anni Trenta su progetto dell’ing. Dante Fornoni, sono presenti due dipinti cinquecenteschi: uno attribuito alla scuola di Palma il Vecchio, l’altro a Francesco Zucco. Nella chiesa di Rosciate, invece, risalente all’800, si conservano tre tele del Cifrondi. Sicuro interesse riveste la piccola chiesa di San Pantaleone, nella frazione di Negrone, databile in parte al ‘200 e in parte al ‘400. L’esterno è caratterizzato da un pittoresco portico e da una severa torre campanaria, sulla cui base è appoggiata una meridiana. L’interno, invece, presenta un’abside duecentesca, affrescata con i temi tipici dell’iconografia medievale. Notevoli i dipinti di Francesco Zucco e del Talpino, come pure sei tele seicentesche ispirate ai miracoli di San Pantaleone e dipinte da ignoto.
Degna di nota anche la chiesa di San Giovanni, nella frazione Tribulina, per anni il principale luogo di culto e dal 1913 sostituita da una nuova parrocchiale.

Scanzorosciate vale un’escursione, per scoprire, in un ambiente gradevole dai toni squisitamente collinari, uno dei tesori urbani dell’hinterland di Bergamo.

Fiore all’occhiello, innanzitutto, è la sua posizione. Il paese, infatti, si apre in un anfiteatro collinare di sicura bellezza: da una parte la pianura, quale platea naturale; dall’altra i contrafforti rocciosi del monte Misma, che anticipa l’asta del torrente Cherio e della Val Cavallina; e, ai margini, il fiume Serio che marca l’entrata in un territorio collinare di effetto paesaggistico.

Qui, in un groviglio di dorsali moreniche che costituiscono le cosiddette “colline orientali“ di Bergamo, si apre una sorta di “angolo di Toscana“ nella provincia bergamasca: un insieme di dossi e conche più o meno ampie, che con la loro rigogliosa natura e le pregiate colture vinicole rappresentano un unicum veramente suggestivo e dalle valenze romantiche.

Un polmone verde di grande spessore naturalistico, tra piccole dorsali e vallette, tra brevi strappi e lunghe discese, tra cascinali e villette, che hanno consentito a molti cittadini di abbandonare il vicino capoluogo, per immergersi nella quiete di questi posti silenziosi e ben assolati.